Frittele di Carnevale Francesi all’arancia
- Tiziana Chef
- 2 mar 2019
- Tempo di lettura: 4 min

Come avevo già scritto ho vissuto parte della mia vita in un condominio di Corso di Porta Romana. Oltre alle zie Boscani vi sono state sicuramente altre persone che hanno lasciato un segno e che io ricordo con affetto , simpatia e che hanno a modo loro contribuito a farmi diventare quella che sono. La vita di ognuno di noi e’ fatta di incontri, alcuni belli altri meno belli, rivivere questi incontri far rivivere queste persone con dei racconti ha sempre un qualcosa di magico e speciale, per quanto spesso è una cosa comune a molti di noi, ma dipende da come queste persone vengono ricordate e con che occhi le abbiamo guardate, cosi’ la differenza sta proprio qui, alcune vite possono sembrare più’ interessanti di altre, dipende dagli occhi di chi le guardate e vissute e ascoltate. Mi viene spesso in mente quel bellissimo film di Tim Burton, Big Fish, il regista descriveva la vita incredibile e quasi fantastica di un commesso viaggiatore, che raccontava le sue avventure e i suoi strambi pazzeschi amici al figlio. I due con gli anni si allontanarono, perché il figlio riteneva che il padre fosse solo un bugiardo, e mitomane. Solo in concomitanza con la malattia del padre, i due ebbero modo di spiegarsi, e proprio il giorno del funerale, tutti gli amici che erano sembrati , fantastici e inventati, comparvero in tutta la loro realtà, riconciliando cosi il figlio con il padre, che cosi’ ebbe modo di capire che il padre , raccontava lui la verità solo con gli occhi di chi vede sempre il bello e qualcosa di speciale anche nelle piccole cose. Penso e ricordo le persone conosciute nella mia infanzia in quel condominio, con gli occhi di allora, occhi di bambina, e con gli occhi di oggi che cercano sempre un lato magico e bello in ogni cosa. Nel condominio vi erano molti artisti, una pittrice, una ballerina, una critico della Scala, evento fortuito, che mi permise di vedere da sempre opere e balletti bellissimi. C’erano le “zie Boscani” e c’era Françoise Francoise era la giovane moglie di un pittore e scenografo della Scala, figlio a sua volta di un famosissimo pittore della Scala che lavorò per anni con Boito. Dalla prima elementare mia madre mi mandò i pomeriggi da Françoise a imparare il francese, ci andai per 5 anni. Inizialmente non ero molto contenta, lei era severa, ma devo a lei se so molto bene il francese, con un ottimo accento. Francoise era di Parigi, aveva le unghie lunghissime laccate di un rosa molto eccentrico e portava un rossetto abbinato alle unghie, era sempre impeccabile e molto francese, non aveva figli , aveva un simpatico bassotto di nome Pancito. Le lezioni avvenivano nello studio del marito, con Pancito che ascoltava attento. Francoise non era una cuoca , ma faceva due cose un’ ottima Tarte Tatin e delle favolose frittelle di Carnevale al sapore di arancia. La mamma di Françoise era di Limoux, un paese della Linguadoca, molto famoso per il Carnevale, spesso veniva a trovare la figlia e faceva le frittelle, cosi anche Françoise diventava un po’ meno severa, anche se io ne potevo mangiare solo due , perché una ragazza per bene deve mangiare come un passerotto, non può riempirsi di frittelle, era uno dei suoi motti. La mamma di Françoise metteva lo stesso smalto e rossetto della figlia, mi diceva che avevo un bellissimo accento, e che era buona cosa non mi piacesse mangiare molto, e mi raccomandava, diventata adulta, di mangiare sempre qualcosa prima di una festa, in modo di non fare brutte figure, riempiendomi il piatto. Un mese fa mentre cercavo dei documenti ho trovato un vecchio libro di francese, e insieme ad i compiti , ho trovato la ricetta delle frittelle, che avevamo fatto insieme, rigorosamente scritta in francese. Questo mi fa sempre pensare quanto possano essere preziosi certi oggetti. L’importanza di certe cose non dipende dal loro valore economico, quanto da quel qualcosa d’altro, quel particolare che tanto piu’ ha che fare con la frequentazione di chi le ha a lungo usate. La ricetta ritrovata e gli appunti dei miei compiti , hanno fatto rivivere , quei pomeriggi, il francese, il bon ton, e le frittelle. Françoise poi andò a vivere al mare, e io imparai il Francese. Fritelle di carnevale francesi all’arancia Ingredienti 300 g di farina 100 g di zucchero a velo 7 g. di lievito di birra 1 uovo 50 g di burro morbido 1 cucchiaio di calvados (oppure rum) buccia grattugiata di 2 arance biologiche olio per friggere 1 pizzico di sale acqua q.b. per impastare
Preparazione :
In una ciotola unisci insieme la farina con il lievito, lo zucchero a velo, il pizzico di sale, l’uovo e la buccia delle arance grattugiata e inizia ad impastare.
Aggiungi poi il cucchiaio di calvados e l’acqua in quantità giusta fino ad ottenere un composto abbastanza morbido.
Appena l’impasto sarà ben liscio e compatto, lascialo lievitare per 2 ore vicino ad una fonte di calore.
Passato il tempo metti l’impasto su un piano di lavoro, stendilo sottilmente con il mattarello e spennellalo con il burro morbido.
Arrotola la pasta formando un cilindro e taglialo in due parti.
Avvolgi i due cilindri nella pellicola e lasciali lievitarea ancora per circa altri 40 minuti, nel forno spento e con la luce accesa.
Quando saranno pronti, taglia la pasta a fette con un’altezza di circa 1 cm, cercando di aprire leggermente il centro delle frittelle.
8. Metti a scaldare l’olio e quando sarà a temperatura friggi le frittelle .
9. Appena pronte scolale su carta da cucina e una volta intiepidite cospargile di zucchero semolato.
Comments