Social Lunch Grecia: Gemista’
- Tiziana Chef
- 11 mar 2019
- Tempo di lettura: 4 min

La Grecia rappresenta per me il ricordo della prima vacanza da sola , alla fine del primo anno di Universita’. Era molto diverso dalle vacanze all’estero organizzate ai tempi del Liceo , per quanto negli ultimi anni avevo un gran margine di libertà e di autonomia. Fin dai primi viaggi studio all’estero, in particolare a Londra, quello che mi faceva sentire in paradiso era la possibilità di poter essere cittadina di quella città, non mi sono mai vista come una turista o un’adolescente in cerca di trasgressione e discoteche, non ho mai amato infatti , girare in “truppa”, che comporta comunque e sempre il doversi afeguate alle idee di uno o dell’altro, cosa che a me e’ risultata sempre molto difficile. Spesso infatti mi staccavo dal gruppo, quando era possibile, per assaporare la solitudine di un bel giro per la città, osservare attentamente tutto, perdermi nelle librerie , in un muso o in un bel caffè. A Londra una sera decisi di raggiungere in serata le compagne per il concerto di Gershwin in occasione del 4 Luglio, che si teneva ad Hyde Park , quell’estate a Londra c’era molto caldo, da Holland Park dove abitavo, feci molta strada a piedi nel pomeriggio , entrai in un posto a prendere un Frozen Yogurt, mentre camminavo sola verso il concerto, mi sentivo un’eroina che avrebbe conquistato il mondo, il sole di quella giornata era dentro di me , una sensazione che negli anni ho rivissuto quando mi e’ capitato di trovarmi poi per lavoro in giro per l’Europa in particolare a Londra o Parigi. Ogni volta camminando per le vie di una di queste città libera e con la vita davanti, mi ponevo sempre le stesse domande, cosa ci rende felici e grati di essere al mondo? cosa vogliamo veramente? non avevo risposte, ma forse la forza di quelle passeggiate che ho ripetuto negli anni, mi ha fatto pensare che a volte basta un luogo semplice e puro, piccolo, per essere felici, che basta ridimensionare la scala del nostro sguardo per trovare quello che cerchiamo. La vacanza in Grecia però era un passo più in la delle vacanze studio , ero maggiorenne, prenotai tutto da sola , non ci sarebbe stata una famiglia, dove alloggiare. Eravamo in tre, arrivammo ad Atene in aereo, e poi in nave fino a Paros. Insomma la classica vacanza della matricola universitaria, di quella vacanza ricordo la libertà, di girare in motorino, i colori bellissimi, il mare a settembre ancora caldissimo, e i ristorantini che andavamo a cercare con molta puntigliosità. In uno dei nostri giri andando in motorino da Naoussa a Lefkes, una delle mie amiche cadde dal motorino, in prossimità di una casa e taverna. Non ricordo il nome di questo posto , so che medicarono la mia amica, e rimanemmo li a pranzo. Li mangiai le Gemista’ , ricordo ancora il tavolino che dava sulla vegetazione brulla, alle mie spalle una chiesetta, e a destra in lontananza il mare . La tovaglia era leggermente mossa dal vento , le verdure colorate sul tavolo, il pane, del formaggio, l’anguria rossa, noi tre, un signore molto vecchio e simpatico, e i due proprietari, poche parole un po’ in greco, in italiano e in inglese, tante risate. Pensare a quella tavola mi fa pensare a d una frase che tengo sempre in mente di Banana Yoshimoto “La tavola è come una tela dipinta che ci insegna che “oggi” è una volta sola. L’immagine dipinta svanisce alla fine della giornata, ma il suo ricordo resta scolpito nella mente delle persone che erano sedute al nostro stesso tavolo. È qualcosa che i soldi non possono comprare, e che resta proprio in quanto svanisce. Costruire sapendo che scomparirà: come per i mandala di sabbia tibetani. “ La tavola oggi infatti e’ molto importante nella mia vita. Quelle verdure erano così buone, che poi obbligai a casa mia madre a replicarle spesso, e in seguito le feci anche io. Gemista’ Ingredienti 4 pomodori maturi simili nelle dimensioni 4 peperoni verdi simili nelle dimensioni 4 zucchine tonde 4 melanzane 10 - 12 cucchiai da minestra di riso tipo arborio (dipende dalla dimensione delle verdure) due cipollotti 1 spicchio di aglio tritato prezzemolo tritato menta fresca tritata olio evo qb sale origano Procedimento Lavate i pomodori, tagliate un coperchietto dalla parte opposta del picciolo e li svuotate attentamente con un cucchiaino, facendo attenzione a non romperli. Raccogliete il succo e la polpa in una ciotola. Lavate i peperoni, tagliamo allo stesso modo un coperchietto dalla parte del picciolo e li puliamo dai semi e dai filamenti. Frullate la polpa dei pomodori che abbiamo svuotato. Scavate le zucchine e frullate la polpa. Scavate le melanzane ma buttate l’interno. Mescolate in una ciotola il riso, la cipolla, l’aglio, la menta, il basilico e l’origano, metà dell’olio e metà della polpa frullata dei pomodori e la polpa della zucchina , regolate di sale. Riempite le verdure fino a 3/4, copriamo con i coperchietti tagliati e sistematele in una pirofila. Versate sopra l’altra metà del pomodoro frullato, l’olio rimasto e spargiamo sui coperchietti un po’ di pangrattato. Infornate e cuocete per circa 1 ora a 180 gradi.
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